La F1 vista col cuore

di Antonino Rendina

F1, il pagellone del 2015!

 

Austrian Grand Prix, Red Bull Ring 18 - 21 June 2015

E se n’è andata a farsi benedire un’altra intensissima e al contempo soporifera (piccolo ossimoro che in F1 ha ragione di esistere) annata del nostro amato sport fatto di quattro ruote, sei cilindri e trentamila cavi elettronici.

La stagione è stata monopolizzata dalla Mercedes di Hamilton e Rosberg, capace di vincere sedici gare e di cederne solo tre ad una rediviva Ferrari. Qui di seguito proverò a dare i voti più giusti con i commenti più appropriati a tutti i protagonisti del mondiale.

MERCEDES 9,5 Sedici vittorie e dodici doppiette sono un biglietto da visita dal sapore di dominio, che non lascia scampo ai rivali, allo spettacolo, alle emozioni. Siamo passati dalla Formula Red Bull a quella Mercedes, squadra perfetta e collaudata. Con un solo appunto: a mondiale finito potevano lasciare più liberi i piloti di scannarsi tra loro, ad esempio facendo decidere tutte le strategie di gara all’onnipotente Hamilton, così, per mettere un po’ di sale sulla coda ad un mondiale SCONTATO

Lewis Hamilton 9 Dieci vittorie e mondiale vinto praticamente in partenza, senza veri rivali che potessero preoccuparlo. Eppure Hamilton non è stato perfetto. Irrequieto, capriccioso, dedito agli eccessi e ai festini fuori la pista, nevrotico con squadra e compagno, a tratti maleducato e con forti picchi di isterismi degni di una donna di mezza età in menopausa. Con un po’ più di concentrazione, tempra e disciplina, poteva vincere tutte le gare. Il GP più bello: Austin, dove ha vinto il titolo lottando con cattiveria e prepotenza.  ROCK ‘N’ CRY

Nico Rosberg 7 Perdente di lusso, nel senso che riesce a salvare la stagione vincendo corse a ripetizione quando le sue gare non le guardano nemmeno più i parenti. Un predicatore nel deserto, l’uomo dei record inutili, pole e vittorie buone solo per la statistica. Con quella monoposto e contro un Hamilton alla continua ricerca di una sua identità personale e sociale, Nico poteva giocare di psicologia e metterlo in difficoltà molto prima. GP più bello: Brasile, perché ha mandato al manicomio Lewis, tirando come un ossesso. LE VITTORIE DI PIRRO

FERRARI 8 Applausi  a scena aperta, commossi e commoventi, per il Gran Ritorno; la fenice rossa che si scrolla di dosso l’orribile 2014 per presentarsi rinnovata, sbarazzina e competitiva. Tre vittorie insperate, sedici podi, secondo posto nel mondiale e un rinnovato spirito di gruppo che fa ben sperare. Tutto bellissimo, a parte i quasi 300 (!) punti accusati in classifica dalla Mercedes. E vallo a chiudere questo gap, vai… ORA VIENE IL DIFFICILE

Sebastian Vettel 9 Eccetto la troppa tequila scolata in Messico il tedeschino è stato quasi sempre impeccabile, fuori e dentro la pista. Innamorato perso e pazzo della Ferrari, è epicentro, baricentro, àncora della “nuova” Rossa. Classe e simpatia, cultura del lavoro e prestazioni da campione. Podi in sequenza, vittorie da sogno mondiale e finanche una pole position. Tanta, tantissima, roba per l’unico pilota che può fregiarsi del ruolo di erede in Ferrari di Schumi. GP più bello: Singapore, per la capacità e la caparbietà di gestire la pressione e di correre una sessione di qualifica di quasi due ore. PREDESTINATO

Kimi Raikkonen 7 Qualche testacoda misterioso di troppo e qualche amnesia in linea con il suo genio sregolato. Veloce sempre, efficiente a sprazzi. Gli manca il guizzo, però Kimi è chioccia, uomo squadra, culla di sicurezze e tradizione. E’ Rosso dentro, sviluppa l’auto, sorride, lavora. Deve fare i conti con una corrente nel team che vorrebbe sostituirlo con Bottas, è costretto a rincorrere il consenso, prima che in Ferrari si rendano conto dell’errore che stanno per commettere. Tra qualche botto e qualche rimonta pazza, riesce comunque a salire tre volte sul podio. GP più bello: Bahrein, perché corre in modo indiavolato, dà spettacolo e per poco non vince. LEALE

WILLIAMS 7 Il terzo posto in classifica Costruttori è un ottimo risultato per questa nobildonna di un tempo. Ma l’altalena di risultati, i troppi pasticci ai box, l’idiosincrasia con le mescole morbide (le più utilizzate da Pirelli) e uno sviluppo fermo, sono elementi che macchiano un po’ l’intera stagione. PLAFONATA

Valtteri Bottas 7 Il lato oscuro della Finlandia, nordico mascellone che gelidamente decide di correre per soffiare il sedile al connazionale Kimi. Per poco non ci riesce, d’altronde il 77 è un pilota solido, consistente, quello che gli manca è la fantasia, la genialità, lo spunto che ti distingue dagli onesti mestieranti. Sembra che guidi la F1 con l’adrenalina di un impiegato delle poste costretto ad aspettare l’autobus sotto un acquazzone. GP più bello: Messico, perché si vendica di Raikkonen sbattendolo fuori e festeggiando sul podio. SOLIDO

Felipe Massa 7 La maturità al servizio della guida. Pilota completo, esperto, sereno. Lontano parente dal malinconico compagno di Alonso. La Williams è la dimensione giusta per Felipe, lui risponde presente con due podi. GP più bello: Monza, dove arriva terzo e viene acclamato come un eroe dai ferraristi. Chi ama non dimentica. SERENO

RED BULL 5 Quarta in campionato, passando l’intero anno ad inveire contro il proprio motorista e cercandone un altro. Nessuno ovviamente vuole dare la propria PU ai simpaticoni austriaci, ai quali non resta che fare pace (con una specie di resa incondizionata) con Renault, chiamando però il motore 2016 TAG Heuer e perdendo il main sponsor Infiniti. GENIALI

Daniil Kvyat 7,5 Dimostra carattere e spessore nel recuperare il ritardo iniziale e riesce a chiudere in classifica davanti al capitano Ricciardo. Sorprende tutti, forse anche se stesso. Il giovane russo vale eccome. GP più bello:  Belgio, perché chiude quarto su una pista di motore dando spettacolo nei tratti guidati nonostante il deficit di potenza del V6 Renault. SORPRESA

Daniel Ricciardo 6,5 Senza dubbio sfortunato, ma anche nervoso e irrequieto. Piange un po’ troppo in auto, e a nulla servono i sorrisi a centoventi denti che regala fuori dall’abitacolo. Per essere una promessa mondiale fa un po’ effetto vederlo battuto spesso e volentieri da Kvyat. GP più bello: Singapore, dove spaventa Vettel dall’inizio alla fine, esaltando tutto il telaio della Red Bull. INSODDISFATTO

FORCE INDIA 8 Questi indiani sono simpatici, concreti e giovanili. Hanno due piloti top, una monoposto buona e sono una realtà importante. Quinti nel mondiale davanti a squadre più blasonate come McLaren e Lotus. NON MALE

Sergio Perez 8 La migliore stagione in F1 del funambolico messicano, migliore anche di quella in Sauber nel 2012. Perez è finalmente costante, oltre che veloce come sempre. La testa è meno calda rispetto al passato, riuscendo a rimanete indifferente ai derby calienti con Maldonado, con il quale per la prima volta non fa a sportellate. Maturo, consistente e batte l’incredibile Hulk. GP più bello: Sochi, dove regala il secondo podio della storia alla Force India. SBOCCIATO

Nico Hulkenberg 7 Mezzo voto in più per essere stato l’uomo dei due mondi, il pilota di F1 vecchio stampo, jet privato, Le Mans, veni vidi vici, il tutto tra i GP di Canada e Austria. Un eroe in pratica. Però è un talento che non sboccia mai, è come aspettando Godot, che però non arriva mai. GP più bello: Austria, dove arriva sesto dopo la vittoria con la Porsche a Le Mans. ALTI E BASSI, MA CON STILE

LOTUS 5 Le premesse con il motore Mercedes dovevano essere ben altre. Invece la Lotus passa il mondiale divisa tra le cause in tribunale con i creditori che battono moneta e risultati in pista appena sufficienti. Salvata dall’orlo del baratro dalla Renault, che pone fine all’agonia rilevando il team. SQUATTRINATA

Romain Grosjean 6,5 Maturità ed esperienza, ha le spalle abbastanza larghe per fare da boa agli anglo-francesi. Secondo podio in due anni dopo quello del video con David Guetta. Stavolta ci sale sul serio. GP più bello: e che to dico a fa, SPA quando non si sa nemmeno come porta la derelitta Lotus sul podio. MATURO

Pastor Maldonado 5 Alterna qualche piazzamento a punti ai soliti indecenti incidenti da pilota scavezzacollo. Senza i soldi PDVSA non farebbe parte della nuova Renault, sempre che venga confermato. GP più bello: Austria, settimo al traguardo con tanto di sorpasso spettacolare su Verstappen. INCOSTANTE

TORO ROSSO 6,5 Giudizio positivo per la piccola “lattina” di Faenza, che ha il pregio di mettere in pista una vettura competitiva e discreta, falcidiata purtroppo dai troppi inconvenienti tecnici. Lungimirante e coraggiosa nel lanciare il talento precoce di Max Verstappen. BRILLANTE

Max Verstappen 9 Dove lo trovi un altro pazzo così? Appena diciottenne dà spettacolo, educato fuori la pista, spaccone il giusto quando guida, scomplessato e velocissimo. Un lampo di luce in un panorama tutt’al più piatto, un talentino da preservare e maneggiare con cura, capace di dare un senso alla parola sorpasso anche tenendo chiusa quella pessima trovata che corrisponde al nome di ala mobile. GP più bello: SPA, dove batte le leggi della fisica tenendo giù il piede e controllando la monoposto nei punti più impensabili. SPETTACOLARE

Carlos Sainz 7 Detto anche Mariottide, perché deve far male; lo vedi triste e sconsolato sempre con un motore in fumo. Carlos è il corollario vivente della Legge di Murphy, un concentrato di sfiga universale che non rende onore e merito ad un talento evidente. GP più bello: Russia, perché si inabissa sotto le barriere facendo temere il peggio, finisce in ospedale, prende parte alla gara, rimonta, corre da dio e finisce di nuovo contro le barriere. STOICO

SAUBER 4,5 Più concentrata a mettere trenta piloti sotto contratto che a sviluppare l’auto. La Ferrarina di Hinwill ha dato un senso di precarietà e di Azzeccagarbugli non consono alla serietà e la professionalità che ha sempre contraddistinto il team.

Felipe Nasr 6,5 Pilota tecnico, professionale, talentuoso a sprazzi. Ha alternato gare da assoluto protagonista, con una buona dose di cattiveria anche nei duelli ruota a ruota, ad altre dove sembrava il fantasma dell’opera, quasi nascosto nelle retrovie. GP più bello: l’esordio in Australia, con un quinto posto importante. REGOLARE

Marcus Ericsson 6 Svedese con una buona “valigia” in dote, ha dovuto lottare prima di tutto contro i pregiudizi. Qualche piazzamento a punti e svariate volte più veloce di Nasr in qualifica. Non ha sfigurato. GP più bello: Italia, dove ha resistito nelle ultime tornate agli attacchi di Kvyat. SENZA INFAMIA E SENZA LODE

MCLAREN HONDA 2 Voto condiviso tra Woking e Giappone, squadra che doveva rinverdire i meravigliosi fasti del tempo che fu e che invece si è trovata alle prese con una monoposto che di “integrata” aveva solo il nome. Telaio da una parte, in una direzione, forse giusta, e motore in quella opposta, sbagliata, orribile, impresentabile. Un “motore da GP2”, carente nella cavalleria dell’unità termica e nell’ibrido. Un’honda disastrosa ha sommerso la McLaren.

Fernando Alonso 6,5 Il voto per essere riuscito, con una delle sue gare da fenomeno, a regalare almeno un piazzamento in top five ad una McLaren ridicola. Ma Fernando è apparso stanco, seccato, avvilito. Sono più le volte che ha chiesto di poter ritirarsi che i giri fatti, tra mille problemi tecnici. Geniale nelle uscite via radio (GP 2 engine è già storia) è una sagoma quando si siede a San Paolo a prendere il sole, aspettando letteralmente tempi migliori. GP più bello: Budapest, dove ha lottato con il cuore riuscendo a chiudere la gara in quinta posizione. POVERO NANDO

Jenson Button 6,5 Potrà dire, magrissima consolazione, di aver battuto Fernando Alonso. Lo racconterà ai nipotini, senza però entrare nello specifico, che è poi quello di una stagione sportivamente drammatica, passata ad inseguire una zona punti accarezzata ben poche volte. GP più bello: Austin, dove ha lottato alla pari con monoposto più forti sfruttando le sue doti di guida su pista umida, ma anche Abu Dhabi dove si è confermato un LOTTATORE

MANOR 3 Fanalino di coda senza speranza, sempre lentissima, la cosa migliore la fa in sede di mercato, dove riesce ad assicurarsi la PU Mercedes nel 2016. Ma se non migliora nelle componenti essenziali a ben poco le servirà il motore più potente. ULTIMISSIMA

Will Stevens 4,5 Costante, nel senso che riesce più o meno a prenderle a turno sia da Merhi che da Rossi. Non impressiona, e non ha i mezzi per impressionare. GP più bello: difficile trovarne uno. IMPALPABILE

Roberto Merhi 5,5 E’ il primo dei piloti Manor in classifica iridata ed è quello nella griglia con i capelli più pettinati ed il ciuffo migliore. A parte i colpi di phon resta poco altro, se non una stagione sportivamente difficile. GP più bello: Inghilterra, dodicesimo al traguardo e davanti al pilota di casa Stevens. A SPRAZZI

Alexander Rossi 5,5 Non malissimo, considerando che corre soltanto in cinque appuntamenti iridati. Ottima prova in Texas, nel GP di casa, dove riesce quasi a sfiorare la zona punti. Sarebbe stata una piccola impresa. BUON ESORDIO

F1 2015 voto 6,5 Sufficiente perché c’ha pensato l’estro e il talento di Vettel a tenerci svegli e a dare un senso a qualche gara altrimenti scontata. Il problema della moderna F1, stretta in una morsa regolamentare asfissiante è cervellotica, è la totale assenza di imprevedibilità. Non c’è fato, sorte, fortuna, non ci sono dei che decidono il destino delle corse giocando a dadi. Solo una freccia d’argento che domina alternando in vetta i suoi piloti. Una noia mortale, aggravata da un’azione in pista che dipende esclusivamente da quel congegno mefistofelico ed artificioso del DRS e dalle gomme. NON VA!

Un commento su “F1, il pagellone del 2015!

  1. Paolo Costarelli
    20 gennaio 2016

    Qualche idea per rendere più interessante la F.1?

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Questa voce è stata pubblicata il 7 dicembre 2015 da in F1, Sport con tag , , , , , , , , , , .